2018-6

Il Counseling di Gruppo è la metodologia più indicata quando, all’interno delle organizzazioni, ci sono gruppi di lavoro che operano al di sotto delle proprie potenzialità, attivando modalità relazionali conflittuali o comunque poco creative. È anche la metodologia adatta per affrontare temi che richiedono soluzioni nuove, che vanno al di là degli schemi solitamente utilizzati (inventare nuovi prodotti o processi, pensare a qualcosa che ancora non c’è)
Il Counselor si affianca ad un gruppo già esistente che non funziona bene, per segnalare gli ostacoli alla crescita e all’apprendimento

Il Counseling di gruppo qui applicato fonda la propria base teorica sulla teoria del “Gruppo Operativo” elaborata da E. Pichon Riviere e J. Bleger, uno strumento che ci aiuta a comprendere comportamenti/motivazioni dei membri del gruppo e a decodificare alcuni schemi rigidi di pensiero (stereotipi) che sono stati ereditati o costruiti nel passato ma che possono limitare un vero apprendimento.
A volte le persone si rifugiano dietro questi schemi perché è più semplice, si preferisce usare un modello noto anche se poco fertile, piuttosto che attraversare “il mare delle possibilità” che il pensare richiede. Centrale in questa metodologia è la considerazione che non c’è crescita personale se non c’è apprendimento, se non c’è la disponibilità verso un incontro tra soggetti differenti e verso la creazione di un sapere condiviso.

Cos’è un Gruppo Operativo?[1]

Un gruppo operativo è un gruppo che deve realizzare un compito o mettere a punto un progetto dotato di significato per il gruppo stesso e per il contesto nel quale il gruppo opera.

Da questo punto di vista, tutti i gruppi che si riuniscono nelle istituzioni e nelle organizzazioni, siano essi stabili o temporanei, in quanto realizzatori di un compito o di un obiettivo loro assegnato e, quindi, significativo per la loro esistenza e atteso da altri, sono gruppi operativi.

Dice Pichon Riviere: “Per quanto riguarda la mia elaborazione teorica mi sono trovato di fronte a una situazione di cambiamento: il passaggio da un campo di lavoro nel quale mi sentivo preparato professionalmente, protetto da una teoria organica, con un gruppo di appartenenza, a un altro campo senza strumenti dove si stavano ancora elaborando i concetti di base. Questo cambiamento ha provocato in me molta paura, un’ansia che si è risolta solo nel dialogo, nel pensare con gli altri”. “I gruppi operativi hanno la loro attività centrata sulla mobilitazione delle strutture stereotipate, sulla difficoltà di apprendimento e comunicazione, provocate dalla quantità d’ansia che risveglia ogni cambiamento.

Un concetto importante é quello di E.C.R.O.(schema concettuale di riferimento e operativo), vale a dire “l’insieme di esperienze, conoscenze e affetti con ì quali l’individuo pensa e agisce”. Questo insieme dinamico deriva dalle esperienze che in un certo individuo assumono una particolare organizzazione, che può essere più o meno flessibile.

Attraverso questo modello ogni individuo, ma anche ogni gruppo, esercita la sua lettura ed azione sul mondo. Lo schema di riferimento, se si mantiene plastico, é quindi una condizione necessaria per l’apprendimento. Viceversa la stereotipia di uno schema di riferimento costituisce una barriera per l’apprendimento individuale e gruppale.

Solo attraverso la comunicazione e l’apprendimento gli ECRO differenti possono essere disvelati e l’individuo e il gruppo possono giungere ad uno “schema concettuale, di riferimento e operativo” di carattere dialettico, dove le contraddizioni principali del campo di lavoro devono essere risolte durante il lavoro stesso del gruppo. Ogni atto di conoscenza arricchisce l’ECRO che si rialimenta e si mantiene flessibile o plastico (non stereotipato).

È la praxis, l’azione che trasforma l’ECRO in strumento di lavoro in ogni individuo e nei gruppi operativi. Gli schemi di riferimento sono parti integranti delle ideologie, di qualsiasi natura esse siano, anche di quelle scientifiche. Il problema non è quindi quello di considerare questi schemi e le ideologie stesse come fenomeni dannosi, quanto piuttosto di fare in modo che il gruppo le utilizzi, sottoponendole così a prove e a verifiche, e abbia la possibilità dì ampliarle, rettificarle e conferire loro compattezza, coerenza, forza direttiva e di persuasione. Gli schemi di riferimento quindi sono strumenti e come tali devono essere utilizzati, cioè sottoposti a verifìca del loro valore rispetto alla prassi.

Il processo di apprendimento si articola secondo i seguenti  tempi di svolgimento.

Una prima fase è quella del PRECOMPITO il periodo in cui i soggetti si conoscono e cercano di comprendere se possono avvicinarsi, se possono fidarsi dell’altro. In questa fase possono manifestarsi alcune ansie dì base:

  1. paura della perdita dell’equilibrio già raggiunto nella situazione precedente,
  2. paura della propria fragilità e quindi di possibili attacchi in una situazione in cui il soggetto non si sente adeguatamente strumentato
  3. paura confusionale, quando l’oggetto della conoscenza supera la propria capacità di discriminazione e di controllo, oppure quando si produce l’irruzione di temi sconosciuti, non discriminati, di oggetti confusi

Il secondo momento è rappresentato dal COMPITO. Nel passaggio dal precompito al compito, il soggetto, realizza un salto qualitativo durante il quale si personifica e stabilisce una relazione con l’Altro differenziato. Il gruppo è nella situazione di compito se si danno tre condizioni: appartenenza, cooperazione, pertinenza.

Si ha appartenenza quando i diversi membri si percepiscono come gruppo in relazione al compito. La cooperazione è il contributo anche silenzioso al compito gruppale. Essa si stabilisce sulla base di ruoli differenziati. La pertinenza è il centrare il gruppo sul compito prescritto e sulla sua chiarificazione”.

Il terzo momento è quello del PROGETTO .Elaborare un progetto significa elaborare un futuro adeguato in maniera dinamica attraverso un adattamento attivo alla realtà, con un proprio stile, con proprie ideologie di vita e una concezione della fine del progetto.

Mediante il compito realizzato nei gruppi operativi, il soggetto acquista o recupera un pensiero sociale attraverso il quale si produce nuova esperienza, prendendo coscienza della propria identità e di quella degli altri, ad un livello reale.

[1] Questa parte è liberamente tratta dalle opera di E. Pichon Riviere e J.Bleger

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